Che cosa è

Un'alluvione si verifica quando una zona che normalmente è asciutta viene allagata dalle acque che traboccano dalle rive o dagli argini di un fiume in piena a seguito di piogge prolungate e di forte intensità.

Che cosa fare se si viene coinvolti in un'alluvione

Un'alluvione non è quasi mai un fenomeno che si sviluppa con una rapidità tale da impedire di mettere in salvo persone e cose.
Nella maggior parte delle situazioni verificatesi gli enti preposti alla salvaguardia della popolazione (i Vigili del Fuoco, l'Esercito, ecc.) sono intervenuti con tempestività, organizzandone l'esodo e dislocandola in luoghi sicuri. In questi casi il fattore più importante è di mantenere sempre la calma senza farsi prendere dal panico.

 

 

I consigli che seguono sono quindi un'utile guida per affrontare una tale situazione:

  • Nei locali minacciati dall'acqua si dovrà staccare la corrente elettrica, ma non bisogna eseguire tale operazione se il luogo in cui si trova l'interruttore generale è già inondato.
  • Dopo l'inondazione non rimettere subito in funzione apparecchi elettrici che siano stati bagnati dall'acqua.
  • Se abiti in una casa a più piani e l'acqua impedisce di uscire perché il livello è ormai molto alto, rifugiati ai piani più alti o, eventualmente, sul tetto.
  • Metti in un luogo sicuro le sostanze che potrebbero essere fonte di inquinamento come insetticidi, pesticidi, medicinali, ecc.
  • Se l'acqua potabile presenta odore, colore o gusto che inducono a credere che sia contaminata, prima di berla bisogna sterilizzarla facendola bollire o utilizzando sistemi appropriati (ad esempio mettere uno o due cucchiai di cloruro di calcio per ogni litro d'acqua e lasciarla riposare per almeno trenta minuti prima di utilizzarla nella cottura dei cibi o da bere).

Situazione B

Se ti trovi all'aperto il pericolo principale deriva da ciò che può crollare e pertanto devi prestare la massima attenzione a non sostare o passare sotto strutture o parti di queste (balconi, cornicioni, grondaie, ecc.), che potrebbero cadere; un buon riparo può essere offerto dall'architrave di un portone.
Se ti trovi in automobile ricorda che questa costituisce un buon riparo e pertanto è consigliabile restarci dentro, sempre che non sia ferma sotto o vicino ad edifici, viadotti, cartelloni pubblicitari e tralicci.
In una città di mare infine può succedere che in seguito ad un sisma si producano onde marine di notevole altezza e che si spostano molto velocemente; tali onde costituiscono un reale pericolo per chi si trova in prossimità della costa, per cui si consiglia di tenersi lontani dalle spiagge per diverse ore.

Che cosa fare dopo un terremoto

Immediatamente dopo un terremoto i principali pericoli in cui possiamo imbatterci sono: gli incendi, le fughe di gas e il deterioramento delle condizioni igieniche.
Una volta terminata la scossa, prima di uscire devi:

  • spegnere i fuochi che si fossero eventualmente accesi e non accendere fiammiferi o candele anche se si è al buio;
  • chiudere gli interruttori centrali del gas e della luce;
  • controllare dall'odore, assolutamente senza accendere fiammiferi o candele, se ci sono perdite di gas ed in tale caso aprire porte e finestre e segnalarlo.

Nell'abbandonare l'edificio presta la massima attenzione sia a quello che può cadere che ad oggetti già caduti che ingombrano i passaggi.
Se ti trovi in un edificio a più piani usa le scale per scendere, non l'ascensore, quest'ultimo potrebbe bloccarsi improvvisamente o, addirittura, precipitare; a scuola preferisci le scale antincendio.
Una volta uscito all'esterno ritrova i tuoi genitori, o i tuoi compagni di classe confluiti nel "punto di raccolta", per verificare che stiano bene.
Non rientrare assolutamente negli edifici lesionati.
Consiglia ai tuoi genitori ed agli amici di non usare auto e telefono, in quanto questo comportamento potrebbe intralciare le operazioni degli enti preposti al soccorso (Vigili del Fuoco, Croce Rossa, ecc.). Presta la massima attenzione alle condizioni igieniche che si possono instaurare a seguito della rottura di tubazioni e fognature, con il conseguente inquinamento dell'acqua potabile.

Riepilogando:

Per tenere un comportamento corretto ed efficace durante un terremoto è necessario:
conoscere i posti più "sicuri" del luogo in cui ci troviamo e raggiungerli velocemente attendendo li la fine della scossa;
sapere quali sono i rischi maggiori dell'immediato dopo-terremoto (incendi, scoppi, frane, ecc.) e fare quanto possibile per evitarli;
non fare niente che possa intralciare l'arrivo dei soccorsi ma, anzi, collaborare con loro organizzando punti di raccolta e coordinamento.

 

 

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Cos'è un terremoto

Il pianeta in cui viviamo, la terra, ci appare come una sfera solida sulla quale camminiamo, in realtà è solida solo per uno strato di alcuni chilometri che i geologi chiamano CROSTA, mentre l'interno è costituito da un fluido su cui sembra che la crosta "galleggi", il MANTELLO e più internamente dal NUCLEO.
La crosta terrestre è composta da una ventina di "zolle" che si muovono sulla parte superiore del mantello secondo un moto complesso, conosciuto come "deriva dei contenenti" che le porta a scontrarsi tra loro e per gli enormi sforzi che ne derivano, in alcuni punti la crosta può rompersi, causando un terremoto.
Un tale fenomeno si verifica a certe profondità e l'energia che si libera si manifesta sotto forma di onde sismiche avvertibili, quando raggiungono la superficie, come vibrazioni del suolo. Il terremoto è quindi un movimento oscillatorio causato dal passaggio di queste onde che si propagano come i cerchi che si allargano in uno stagno quando gettiamo un sasso, solamente con una velocità maggiore.
Le scosse possono avvenire sia in senso orizzontale (scosse ondulatorie) che in senso verticale (scosse sussultorie), ma di solito si manifestano contemporaneamente; inoltre una scossa viene generalmente seguita da numerose repliche di potenza via via inferiore (scosse di assestamento) e si possono verificare scosse minori prima di quella principale (scosse premonitrici).
Il punto interno alla terra da cui partono le onde sismiche è detto IPOCENTRO ed il luogo superficiale che si trova sulla sua verticale si chiama EPICENTRO.

 

schema ter

 

L'intensità dei terremoti si misura per mezzo di due scale che prendono il nome dagli scienziati che le hanno messe a punto: MERCALLI e RICHTER.
La Scala Mercalli è divisa in 12 gradi di intensità crescente ed è basata sull'osservazione degli effetti del terremoto partendo da un valore 1 (impercettibile) fino ad un valore 12 (totalmente catastrofico).
La Scala Richter misura l'energia sviluppata dalla zona secondo una scala che va da valori bassi, anche negativi, fino a valori compresi tra 8 e 9, misurati da specifici strumenti. Nel primo caso si parla di INTENSITÀ del terremoto, mentre nel secondo di MAGNITUDO (il terremoto del 1976 in Friuli ha avuto un'intensità di 10 gradi della Scala Mercalli e una magnitudo di 6,4 della Scala Richter).

 

Che cosa fare se si è coinvolti in un terremoto

Un terremoto ci può coinvolgere in due diverse situazioni:

  1. mentre ci troviamo all'interno di un edificio
  2. quando siamo all'aperto

 

Situazione A

In questo caso il rischio principale è rappresentato dal crollo della struttura e, contemporaneamente, dalla caduta al suo interno di mobili e suppellettili; è quindi fondamentale identificare quali possano essere i punti più "solidi" della struttura (in genere sono le parti portanti, gli architravi, i vani delle porte e gli angoli in genere) e portarsi nelle loro vicinanze.
Nello stesso tempo dovrai cercare di allontanarti dalle suppellettili che potrebbero caderti addosso.
Può essere opportuno cercare di trovare riparo proteggendoti sotto il tavolo o il letto; se invece ti trovi a scuola puoi ripararti sotto i banchi, in ginocchio, oppure addossandoti ad un muro "maestro", in un punto lontano da finestre che potrebbero rompersi e ferirti.
Per l'evacuazione a scuola elabora un piano seguendo i consigli forniti nella parte intitolata Piani di evacuazione.

 

terremoto1

 

 

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Pur avendo adottato ogni norma di prevenzione e cautela può succedere che si manifesti un incendio, per cause indipendenti dalla nostra volontà, in casa o nell'ambiente in cui ci troviamo.
E' opportuno imparare, anche in questo caso, poche ma basilari norme di comportamento.
Spiegando il triangolo del fuoco abbiamo fatto notare che fra gli elementi necessari allo sviluppo ed alla propagazione di un incendio c'è l'aria: infatti per bruciare il fuoco ha bisogno dell'ossigeno presente nell'aria e questo particolare è da tenere in considerazione soprattutto quando si cerca di spegnere un focolaio di incendio.
Molto spesso è sufficiente un piccolo accorgimento per "soffocare" sul nascere un principio d'incendio: se ad esempio comincia a bruciare l'olio contenuto in una padella, per spegnerlo sarà sufficiente poggiarvi sopra un coperchio che impedisca al fuoco di rimanere a contatto con l'aria esterna (ti ricordi?: in questo modo interveniamo sul triangolo del fuoco "rompendo" un lato del triangolo).
Tenendo presente questa particolare necessità di aria che ha il fuoco per potersi sviluppare, si può intervenire efficacemente in molti altri casi; spesso basta gettare una coperta o un asciugamano sopra un principio d'incendio per evitare danni maggiori.

 

 

Gli stessi accorgimenti si possono usare se i vestiti che indossi prendono fuoco:

  • Non correre: I'aria alimenta le fiamme.
  • Rotolati sul pavimento, sulla strada o sul prato.
  • Strappati i vestiti di dosso.
  • Con una coperta o un tappeto puoi soffocare l'incendio avvolgendotici oppure anche un amico può aiutarti a soffocare le fiamme.


Saprai anche, naturalmente, che il modo più usuale per spegnere un incendio è quello di buttarci dell'acqua, elemento quasi sempre disponibile.
Ricordati soltanto di non utilizzare l'acqua per spegnere un incendio di origine elettrica o che si sia propagato in prossimità di impianti sotto tensione, potresti prendere una forte scossa elettrica.
L'acqua non si deve usare nemmeno per spegnere incendi che interessano petrolio o benzina, questi galleggiano sull'acqua e possono trasportare l'incendio in altri luoghi.

  • Se non riesci a spegnere da solo e subito un principio d'incendio, chiama i Vigili del Fuoco.
  • Se sei costretto ad abbandonare il locale dove si è sviluppato l'incendio ricordati di chiudere alle tue spalle tutte le porte, così facendo frapponi tra te e l'incendio una barriera.
  • Se puoi uscire avvisa i vicini del pericolo e per scendere usa le scale non l'ascensore.
  • Se non puoi uscire di casa copriti con una coperta bagnata e mettiti il più lontano possibile dal fuoco, preferibilmente in prossimità di una finestra o sul balcone.
  • Se il fuoco è fuori della porta della tua stanza cerca di sigillare, con stracci possibilmente bagnati, ogni fessura: facendo così eviti che entri il fumo e permetti alla porta di contenere meglio l'incendio.
  • Se il fumo è nella stanza e non ti fa respirare, filtra l'aria attraverso un fazzoletto, meglio se bagnato, e sdraiati sul pavimento: qui l'aria è più respirabile perché il fumo è più leggero e tende a salire verso l'alto.
  • Se vuoi essere pronto ad affrontare queste situazioni di pericolo predisponi, a casa, un piano di emergenza in caso d'incendio per te e la tua famiglia.

 

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L'uomo è l'unica creatura del pianeta che ha imparato a non fuggire davanti al fuoco, ma lo ha "addomesticato", ed utilizzato. Il fuoco esiste fin da quando esiste il mondo ma non si sa quanto tempo ci sia voluto perché l'uomo imparasse a non temerlo e ad impiegarlo per i propri fini, si pensa che questa condizione si sia verificata tra 200.000 e 400.000 anni fa.
In una cava di pietra nel distretto di Pechino, in Cina, i paleontologi hanno rinvenuto i resti di un focolare con le ossa carbonizzate di un animale accanto a quelle di un nostro antenato, denominato appunto "uomo di Pechino"; non è chiaro se questo individuo avesse imparato ad accendere un fuoco o se lo avesse soltanto trasportato in quel luogo da un altro in cui si era sviluppato, ma quello che si può sostenere con certezza è che la presenza di tali resti carbonizzati suggerisce che in tale occasione il fuoco fu utilizzato per cucinare.
Da quei tempi remoti ad oggi molte cose sono cambiate, ma per l'uomo il fuoco è rimasto comunque l'irrinunciabile amico di sempre, tanto che è proprio merito del suo impiego intelligente se si sono potute raggiungere le attuali condizioni di sviluppo.
Quotidianamente impieghiamo il fuoco per le stesse necessità per cui veniva impiegato nelle società primitive, anche se con tecnologie radicalmente diverse: con il fuoco scaldiamo e cuciniamo, lavoriamo vetri e metalli, lo utilizziamo per realizzare automobili ed aerei.
Anche nelle nostre case sono presenti elementi capaci di generare fuoco e calore: ad esempio i fornelli della cucina e l'impianto di riscaldamento e proprio per questa sua diffusione il fuoco deve essere impiegato correttamente e "in sicurezza".

Gli elementi fondamentali per produrre un fuoco sono il COMBUSTIBILE (legno, carta, benzina, gas, ecc.), il COMBURENTE (I'ossigeno contenuto nell'aria che respiriamo) ed il CALORE (fiammifero, accendino, corto circuito, fulmine, che costituiscono l'innesco del fuoco) i quali possono essere figurativamente rappresentati con un triangolo: il TRIANGOLO DEL FUOCO.

 

 

 Più genericamente il processo che coinvolge i tre elementi viene chiamato COMBUSTIONE e quando si manifesta in modo non controllabile dall'uomo siamo in presenza di un INCENDIO

Durante un incendio oltre a fiamme e calore si sviluppa anche FUMO e quest'ultimo non è assolutamente da sottovalutare perché la maggior parte delle vittime degli incendi non è provocata solo dalle fiamme, ma dalle sostanze tossiche contenute nei fumi, che dipendono dalle caratteristiche del materiale combusto.

Prova a completare i triangoli del fuoco disegnati di seguito basandoti sulla tua esperienza quotidiana e ricordando, come dimostrano gli esempi riportati, che il comburente più comune è l'aria, ovvero l'ossigeno in essa contenuto: se li completi correttamente otterrai un fuoco (per fortuna finto!).

 

triangolo1

 

Prova a togliere uno o più dei tre elementi fondamentali, oppure, utilizzando come esempio la figura geometrica, "rompere" uno dei lati, permette di prevenire l'inizio del fuoco o spegnerlo.

 

triangolo2

 

Nel secondo caso si parla di PREVENZIONE, che significa fare in modo che non si verifichino le condizioni per lo sviluppo di un incendio (ad esempio nelle vicinanze di un liquido infiammabile non si deve fumare). Sotto questa voce dobbiamo far rientrare anche due atteggiamenti molto importanti come il COMPORTAMENTO e la PERSUASIONE.

Si può prevenire un incendio non rimuovendo dei segnali di pericolo, oppure impiegando correttamente determinate apparecchiature (quindi con il comportamento) oppure si può prevenire un incendio invitando chi ci sta vicino a non fumare in luoghi pericolosi (quindi con la persuasione).

Ma se si sviluppa un incendio anche se si è fatto il possibile per prevenirlo, non resta che cercare di spegnerlo (versando dell'acqua sul fuoco, ad esempio) oppure, nel caso in cui non ci si riesca, bisogna allontanarsi, con tranquillità, per portarsi in luogo sicuro ed evitare così qualsiasi rischio. Tali azioni rappresentano la PROTEZIONE, definibile come l'azione da intraprendere quando si verifica un incendio.

 

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